I Giganti

Le tele “i Giganti“ di Gerardo Cosenza sono legate all’omonimo convegno ideato da Paolo
Perrotti nel 1995, propedeutico ad un altro tenutosi l’anno seguente a Roma sul tema “ La vita dello psicoanalista”. Il senso ed il significato di questi dipinti concernono la formazione dello psicoanalista.

In un seminario tenuto a “Lo spazio psicoanalitico” nel maggio 1995, Paolo Perrotti introduceva i temi del primo convegno, parlandone già in previsione del secondo. Partendo proprio dalle tre gigantografie (rappresentanti S. Freud, M. Klein e W.R.Bion), egli ci invitava a riflettere sulla non semplice problematica del portare avanti la crescita: “riuscire a credere in se stessi è legato al riconoscimento del giusto peso e ruolo che hanno avuto questi tre grandi personaggi”.

Poter crescere vuol dire riuscire a prendere da chi “ è “ e “ sa “ più di noi, mantenendo il sentimento di noi stessi come portatori di valori e capacità creative; poter crescere vuol dire rapportarsi a “i Giganti“ sentendosi più piccoli, più giovani e non nani.

Esiste un bisogno iniziale, naturale di idealizzare che va successivamente elaborato attraverso un processo di separazione e un sentimento di perdita per giungere poi a solide acquisizioni interne.

Le tele “ i Giganti “ stanno a testimoniare il modo di vivere la psicoanalisi da parte di Paolo Perrotti e il suo impegno, cui ha dedicato la vita, nel trasmetterne i contenuti, i significati, i valori;fattori che sono alla base della metodologia di lavoro che si è andata sviluppando ne “Lo spazio psicoanalitico“ e successivamente nei Laboratori Psicoanalitici®.

GERARDO COSENZA
Note Biografiche ed Artistiche
Gerardo Cosenza nasce a Potenza nel 1954. Dopo gli studi artistici compiuti a Potenza, si trasferisce a Roma dove dal ’68 al ’72 frequenta l’Accademia dei Belle Arti. In questo periodo ha l’occasione di entrare in contatto con il collettivi e i movimenti artistici della capitale e fonda con altri pittori un laboratorio culturale politico – espressivo che agisce in diversi quartieri romani.

Nel 1978 rientra a Potenza e si inserisce nella vita culturale della sua città, insieme ad altri artisti di diversa estrazione culturale, dando vita a diverse esperienze artistico-culturali. Dal punto di vista prettamente artistico il percorso di Gerardo Cosenza ha diversi momenti: un primo momento legato alle sue esperienze romane in cui prevale la ricerca estetica su temi di impegno politico, a cui segue un “ritorno alla pittura” in cui appare evidente, attraverso il segno sulla tela e l’uso intensivo del colore, il rapporto viscerale, empatico con la sua terra lucana.

Un viaggio negli U.S.A. nel 1985 dove il suo lavoro sarà apprezzato , il contatto con quel paese e le sue metropoli, lo influenzeranno nella sua successiva poetica pittorica.

Negli anni 80 espone in molteplici Mostre personali e collettive in diverse città: New York, Roma, Stoccarda, Torino, Venezia, Bari …
Nel 1986 espone alla XI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma.
Dal 2001 insegna pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria per poi trasferirsi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Il suo impegno culturale in Basilicata, lo porta alla fondazione a Potenza de “L’Equipe Laboratorio”.

Gerardo Cosenza ha al suo attivo oltre 50 mostre personali centinaia di mostre collettive. Sue
opere sono in musei e collezioni private italiane ed estere e sono disponibili presso la Galleria Artestudio 79 di Matera, lo Studio Stefanini di Firenze e la Rosenberg + Kaufman Fine Art di New York.
Muore a Potenza il 7 novembre 2005.

“Solo facendo dell’arte un paradosso apparente delle futilità del vivere corrente, si riesce a coprire la vita di tutti i giorni, tanto dei valori assoluti dell’anima, quanto anche di quella gigantesca spiritualità che appartiene ai grandi artisti ed ai grandi iniziati della storia.”
(Gerardo Cosenza; Un Uomo, la Sua Arte – Gerardo Cosenza; 1986)

“La pittura di Gerardo Cosenza è fuori dalle mode ma nella tradizione della modernità; è un
espressionismo lirico frenetico. Le sue composizioni centripete ci riportano al succo eroico della Storia dei Simboli e dei Miti. Egli spesso compone nei quadri, con ritualità maniacale, segni vegetali e larghe superfici di colori monocromi terrosi a forma di celletta o casupole votive, intrise di rara devozione. L’atmosfera è nel gesto pittorico veloce ed esperto e, comunque, i segni delle figure si sovrappongono creando delle stratificazioni di tracce “interiori” essenziali .”
( Un Uomo, la Sua Arte – Gerardo Cosenza; 1986)


Associazione Laboratori Psicoanalisi e Società

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